giovedì 21 ottobre 2010

La Provincia di Carbonia Iglesias si doterà di stemma, gonfalone e vessillo. Iniziamo male

La notizia è inserita tra le news del sito istituzionale della Provincia di Carbonia Iglesias.
Il Consiglio provinciale chiede un'ampia partecipazione.... mal comune mezzo gaudio?
"La provincia di Carbonia Iglesias si doterà di stemma, gonfalone e vessillo propri... è il Consiglio provinciale titolare della decisione conclusiva, con la volontà di assicurare un’ampia partecipazione alla formulazione delle proposte e un trasparente processo di selezione della stessa."
Assicurare l'ampia partecipazione significa riaffermare che gli enti pubblici non hanno nessuna idea di cosa significhi, in termini di progettazione, realizzare stemma, emblema e vessillo e di come gli errori fatti possano pregiudicare per anni, a volte per sempre, l'immagine* dell'Ente stesso.
Mi chiedo se per la realizzazione del progetto del palazzo della Provincia si cerchi un'ampia partecipazione al bando o piuttosto di un numero più esiguo di architetti competenti e motivati.
La notizia che forse sorprenderà molti è che gli specialisti della comunicazione esistono e sono competenti e motivati. Mi chiedo che interesse possa avere una di queste figure professionali nel concorrere a una gara aperta a studenti delle scuole dell'obbligo, grafici per hobby, improvvisati ecc...
Per realizzare stemma, gonfalone e vessillo esistono delle regole araldiche che affondano le radici nel medioevo a partire da simboli già conosciuti e acquisiti a livello cognitivo. Queste regole, codificate, saranno a disposizione tra i documenti disponibili allegati al bando. Qui il primo intoppo... l'araldica indica gli elementi da inserire ma non come inserirli. Il come prevede altre competenze, competenze che sono proprie degli esperti in comunicazione.
Ad esempio, lo stemma che conterrà gli elementi definiti dall'araldica, dovrà essere leggibile, declinabile, riducibile, avere colori codificati, versioni in bianco e nero e a colori, in negativo e in positivo... insomma siamo sicuri che chiunque abbia le conoscenze per disegnare uno stemma con queste caratteristiche?
Risposta affermativa se la commissione che dovrà giudicare i lavori sarà selezionata tra professionisti competenti, negativa negli altri casi.
Nel sito leggiamo:
La normativa vigente prescrive i criteri guida per l’individuazione dei segni distintivi di un Ente e definisce la procedura da seguire... in funzione di ciò, è costituita una Commissione (formata dal Presidente della Provincia, dal Presidente del Consiglio provinciale e da tre Consiglieri) che, avvalendosi dell’apporto di tre esperti di riconosciuto valore culturale nominati dal Presidente della Provincia, previo conforme parere della conferenza di Capigruppo, indice un concorso di idee per le proposte su stemma, gonfalone e vessillo.
Questo gruppo di lavoro a quanto pare dovrà lavorare alla definizione del bando. Quindi quattro politici e tre esperti riconosciuti per il valore culturale. A loro il compito, ma spero che se neoccupano gli esperti di "valore culturale riconosciuto" di definire i segni distintivi dell'Ente. Voglio fare una previsione alla Mago Houdini... scommettiamo che tali segni saranno il carbone, il mare e un improbabile delfino? Il nuraghe non lo voglio nemmeno vaticinare per decenza, nominare le disgrazie pare che le attiri.
Possibile che non sia inserito nella commissione un esperto di comunicazione? Un esperto di comunicazione non è un'artista, non è uno storico, non è un giornalista, non è un architetto e non è nemmeno un ragazzino che usa un computer. E' colui che conosce, riconosce e indica le giuste linee guida per la realizzazione di un lavoro, come quello che sarà messo a bando, e che permetterà a chi vi parteciperà di poter essere nelle condizioni di lavorare in maniera corretta e con la consapevolezza che il suo lavoro venga riconosciuto e capito.
Fino a quando gli amministratori pubblici non capiranno che l'identità e l'immagine non rappresentano l'ora di ricreazione in cui tutti si divertono a giocare, continueremo a tenerci gli stemmi che abbiamo in tutti i Comuni, Province e Regioni** ossia: brutti, squallidi e del tutto inutili.
*Ricordiamo che per immagine si intende la visone che il pubblico ha dell'Ente, un'immagine negativa crea pregiudizi che per definizione sono difficilmente modificabili.
**salvo le eccezioni. In Sardegna, ad esempio, la Regione Sardegna, la Provincia di Cagliari e il Comune di Guspini.
E per dimostrare che l'orrore non ha latitudine allego un'immagine con cattivi esempi da nord a sud (se vi piacciono non siete espertidi comunicazione)











giovedì 14 ottobre 2010

Allegorie e simboli





Le allegorie sono delle rappresentazioni di tipo figurativo che personificano un concetto astratto di fatti straordinari, situazioni eccezionali o qualità naturali (A. Frutiger).

Le figure allegoriche derivano tutte, o quasi, dalla mitologia greca e romana.

La dea bendata è la figura allegorica che rappresenta la fortuna, Fortuna era una Dea romana e poteva vantare ben 26 templi nell'antica città di Roma.

La cornucopia rappresenta abbondanza e ricchezza. Il corno, raffigurato nell'allegoria, fu perso dal fiume Acheloo* perse durante la lotta contro Ercole e venne riempito di fiori e di frutta dalle Naiadi** come simbolo di abbondanza. E' evidente come il fiume venga mitizzato per la sua capacità di rendere fertili le terre che attraversa durante il suo corso.

Rispetto al simbolo l'allegoria ha un carattere più soggettivo e presuppone delle conoscenze pregresse per poter essere letta in maniera corretta. 
L'aquila di mare dalla testa bianca, simbolo degli Stati Uniti d'America, trasmette forza e regalità anche a chi non conosce il valore simbolico che ha per gli americani.
La già citata dea bendata, per chi non dovesse avere queste conoscenze, non rappresenterebbe null'altro che una donna bendata con un cesto di frutta in mano.

Oggi l'uso delle figure allegoriche è quasi del tutto tramontato a discapito di nuovi modelli che forse in un prossimo futuro verranno letti come allegorie. 

Chissà che Superman, da eroe con le mutande sopra la calzamaglia, non diventi l'allegoria della giustizia, dell'ordine e della pace.

* Non chiedetemi come mai un fiume possa avere un corno.
** Divinità delle acque dolci.



venerdì 8 ottobre 2010

La bandiera dei pirati, segno o simbolo?

Nel galeone i marinai sono inquieti, navigano in acque pericolose. Ad un tratto una nave appare all'orizzonte... ha il vento in poppa e tutte le vele spiegate al vento. Sull'albero maestro, lentamente, viene issata la bandiera nera con il Jolly Roger, due ossa incrociate al di sotto di un teschio ghignante. Sono pirati!

Quante volte abbiamo visto questa scena al cinema o in televisione? E ogni volta abbiamo dato per scontato che il segno delle ossa incrociate è il simbolo della pirateria.

Ma è davvero così? Per capire se è veramente un simbolo bisogna partire dal contesto in cui il segno è inserito.

Per i pirati che lo issano poco prima dell'arrembaggio è un emblema, un segno di riconoscimento e di appartenenza a una categoria ben precisa di navigatori. 

Lo stesso segno rappresentato sull'etichetta di un flacone contenente sostanze chimiche è un segnale che ci avverte di un pericolo generico e immediato. Il messaggio è chiaro, attenzione pericolo di morte.

Per noi, che la pirateria l'abbiamo conosciuta nei film o nei libri d'avventura, il Jolly Roger, è il simbolo dei pirati, di uno stile di vita che oggi idealizziamo come esotico, avventuroso e soprattutto libero dalle convenzioni della civiltà moderna.


lunedì 4 ottobre 2010

@ segno o simbolo?

Durante lo scambio di indirizzi e-mail capita spesso di definire il segno "@" come "chiocciola", "chiocciolina", "a commerciale" o "at". Altre volte usiamo la definizione più generica di "simbolo della mail".

In questi caso il termine "simbolo" viene usato in maniera scorretta.
A nessun titolo il segno "@" può essere definito "simbolo" in quanto privo di "contenuto simbolico".
Per chiarire cosa si intende per "simbolo" e "contenuto simbolico" proviamo a pensare al segno della croce per i Cristiani. In oro e pietre preziose o semplicemente realizzata con due semplici pezzi di legno inchiodati, il valore simbolico della croce non perderà mai la sua efficacia. Per i credenti rappresenta il valore della fede, della devozione e dell'accettazione dei valori della cristianità.
Quindi il "simbolo" è la croce, il "contenuto simbolico" il valore che questa assume per il credente.


@ è quindi esclusivamente un "segno". Non può nemmeno essere definito "lettera" in quanto le lettere dell'alfabeto servono a rappresentare in maniera grafica i fonemi e neppure "segno d'interpunzione" in quanto tali segni svolgono la funzione di conferire tonalità ed espressione al testo. Può essere invece associata a quei segni tipografici che hanno funzioni più pratiche come * (asterisco), ° (grado) o # (cancelletto).

Per concludere, la prossima volta che daremo il nostro indirizzo email, soprattutto a chi opera nell'ambito della comunicazione, facciamolo in maniera corretta indicando il "segno" e non il "simbolo" della @.