martedì 4 gennaio 2011

Obamizziamoci!

Giornalmente dedico parte del tempo ai viaggi virtuali nel web alla ricerca di stimoli e di opportunità. Da qualche tempo mi soffermo sempre più spesso nell'analisi dei portali dei partiti politici italiani.
Questi ultimi, purtroppo, non sono viaggi epici e avventurosi ma tristi e sconfortanti derive all'insegna del volemose bene.

Una delle prime mete di oggi è stato il sito dell'Italia dei Valori, autentico capolavoro di approssimazione, la Cappella Sistina del cattivo gusto.

Nella home page come benvenuto notiamo il solito e irrimediabile svilimento del marchio... ma questo è un altro argomento e tra l'altro non è neppure una novità.

Veniamo al punto... sono rimasto folgorato dall'idea geniale della sezione blogger:
l'obamizzazione.

Negli Stati Uniti un grande artista, Shepard Fairey, ha avuto un'idea geniale. L'ha realizzata magistralmente grazie alle sue capacità ed il risultato è stato strepitoso. Quell'immagine è diventata un'icona condivisa da milioni di persone (il solo poster Hope ha venduto più di 500.000 copie). Il Time per la copertina dell'uomo dell'anno 2008 ha commissionato all'artista un'opera nello stesso stile.
Il soggetto di quelle opere si chiama Barack Obama, il primo presidente di colore nella storia degli Stati Uniti d'America.

Ma qualcuno in Italia sa fare di più, di meglio e con meno costi. L'idea matura e in seguito a due astutissimi ragionamenti in forma di sillogismo prende corpo:

Sillogismo dell'obamizzazione
Obama è un uomo, gli uomini siamo noi, allora tutti noi siamo Obama.

Sillogismo dell'artistizzazione
Gli uomini usano il PC, il PC è usato dagli artisti, quindi tutti gli uomini sono artisti (un artista non userebbe mai un PC bensì un Mac, ma loro non lo sanno).

Risultato
Tutti possono essere Obama e quindi tutti possono obamizzarsi (primo sillogismo)Tutti sanno usare il PC e quindi perché farsi fare un ritratto da un artista che magari pretende di essere pagato per le sue opere? Tanto vale fare da soli (secondo sillogismo).

Non sarebbe stato meglio scegliere la via più onerosa e gratificante di uno stile personale che magari sarebbe poi stato identificato come "stile Italia dei Valori"? Perché mettersi, con arroganza, sullo stesso piano di un personaggio di rilevanza mondiale cercando di copiarne, male (ma molto, molto, molto, molto male) lo stile e l'impostazione grafica?

Ai poster (e gadgets), mai prodotti, l'ardua sentenza.




Il poster HOPE vs De Magistris














Il blogger obamizzati
























La copertina del Time

























L'elegante home page. Sulla sinistra la sezione blogger

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