giovedì 24 marzo 2011

L'incommentabile campagna di Massimo Fantola




Premessa
Volendo semplificare una campagna di comunicazione può creare tre tipi di reazione da parte dell'utente finale:
Reazione positiva: Che bello... lo compro.
Reazione negativa: Che brutto... non lo compro! (A questo punto l'azienda può modificare il prodotto).
- Indifferenza: Cosa? Quale? Chi?












Massimo Fantola, Senatore, professore universitario e leader dei Riformatori Sardi è candidato alla carica di Sindaco per la città di Cagliari.
Sapevo che la sua campagna elettorale era già iniziata con l'affissione di numerosi manifesti sei metri per tre ma non ero ancora riuscito a vederli.

Poi, un giorno, mentre su Cagliari calavano le prime ombre della sera... finalmente ne vedo uno. Inchiodo la macchina su viale Poetto e, incredulo, scendo per scattare alcune foto.

C'ero già passato davanti almeno 20 volte e non l'avevo mai notato. 

Questo manifesto è talmente bravo a mimetizzarsi nel contesto urbano che neanche gli assi del travestimento Stanislao Moulinsky o il suo migliore allievo Bartolomeo Pistolazzi da Pinerolo (i celebri avversari del detective Nick Carter) sarebbero riusciti a fare di meglio.

Nick Carter arresta il finto manifesto














La campagna elettorale di Massimo Fantola, da un punto di vista della comunicazione, semplicemente non esiste. Per questa ragione, visto che non devo insegnare il mestiere a nessuno, mi astengo da qualsiasi analisi.

L'unica cosa positiva, molto positiva, è data dal fatto che il nome del candidato è talmente piccolo, sistemato in un posto talmente sbagliato e con un carattere talmente assurdo da risultare, fortunatamente per lui, illegibile.


E quindi, tornando alla premessa... la campagna di Fantola risulta totalmente indifferente.
Che ci sia o non ci sia per il cittadino poco cambia... quella cosa scura, incollata su dei cartelloni sei metri per tre, per il passante rimarrà una pubblicità di qualche tipo, che pubblicizza qualche cosa di cui sicuramente non importa assolutamente nulla a nessuno.

12 commenti:

  1. la serietà del nostro futuro sindaco è data anche dalla scelta dei propri collaboratori... se questo è il buongiorno! il problema è che a mettere mano a certi lavori sono sempre i soliti "vecchi" incartapecoriti.

    direi caro dott. saliu che dopo queste 2 analisi dovresti per par condicio analizzare almeno una campagna elettorale come si deve.

    mad max

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  2. ... non sappiamo quale sia la strategia di comunicazione scelta

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  3. tutto per tutti, lo dice anche lo slogan.
    la strategia peggiore che si possa usare nella comunicazione!

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  4. secondo me è una campagna teaser….che anticipa quella vera che si scoprirà successivamente. Suscitare curiosità e attenzione sul primo soggetto (confuso) per aumentare l'effetto del successivo!!!!

    M.V.

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  5. Secondo le mie informazioni (di seconda mano) la campagna è gestita da uno stampatore.

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  6. ...ma il mio stampatore con 30 euro lo fa meglio :)
    g.d.

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  7. penso che qualunque interpretazione si dia a questa campagna si possa trovare qualcosa di sbagliato, secondo me l'errore è alla radice, la convinzione che non ci sia un reale bisogno di promozione.

    Al di là della scelta di colore e della schermata in stile pad, gli errori sono molti.

    -se si tratta della campagna principale, questi cartelloni sono un'arma a doppio taglio, o ci si ferma per curiosità a capire di cosa si tratta o non li si vede per niente;

    -se si tratta di un preludio ad altri cartelloni tematici, il candidato ha peccato di presunzione. Ammesso che ci saranno, i nuovi cartelloni (magari più piccoli) dovranno richiamare qualche tema, magari un quadrato alla volta, chi mai si ricorderà tutti i temi accennati?

    -se si tratta di incapacità, è un segno evidente di "vecchiaia", non è detto che questa volta enfatizzare lo scontro tra vecchio e nuovo porti la vittoria (e su questo ho visto altri esempi);

    -se infine si tratta di indifferenza, è la dimostrazione di uno scarso dialogo con la cittadinanza, anche se poi il mondo è pieno di persone che si fanno abbagliare dalle promesse fatte (i quadratini, le olimpiadi!).

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  8. Penso che tu abbia centrato il punto, sempre più persone (in questo caso politici, ma anche aziende e imprenditori) sono convinte che la promozione sia fine a se stessa. E hanno ragione... nel senso che vengono da esperienze negative di cui, però, sono gli stessi artefici. Si affidano ad amici "smanettoni del computer", amici di amici, improvvisati spesso pieni di buona volontà che di solito lavorano gratis ma del tutto privi di capacità. E sono i più pericolosi perché all'incapacità uniscono l'arroganza.

    Domenica 20 marzo sull'Unione Sarda è uscito un pessimo articolo dal titolo "Elezioni, la sfida dei manifesti".
    In sintesi le risposte dei candidati:
    - Massimo Zedda: mi sono affidato ad alcuni amici sardi emigrati... (ma come? Vuoi voti sardi e mandi i soldi fuori?)
    - Claudio Cugusi: sono stato suggerito da due esperti della comunicazione... (Davvero?)
    - Anselmo Piras: Me ne sono occupato direttamente io... (se ne vanta)
    - Massimo Fantola: Non lo dice... (Anche in questo caso so chi è... tristezza)

    Pare evidente che le agenzie di comunicazione sono completamente tagliate fuori dalla competizione elettorale e si vede.

    Sempre l'articolo cita, a conclusione, il parere dell'esperto di comunicazione in questo caso un professore universitario Giuseppe Argiolas docente di marketing presso la facoltà di Economia. L'esperto afferma che la comunicazione elettorale non serve a niente, cita parole come overflow informativo (per adesso abbiamo visto solo quattro diverse affissioni) e ritiene che la strategia migliore per il politico sia l'impegno quotidiano tra la gente. Mi chiedo per concludere: ma il professor Argiolas ha mai visto un politico tra la gente? E quanto tempo dovrebbe avere per soddisfare il bisogno di visibilità in una grande città come Cagliari?

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  9. Secondo me c'è anche una questione di budget. Non penso che in un contesto cittadino (di una città neanche troppo grande) ci siano molti candidati con decine di migliaia di euro spendibili per i soli cartelloni. La stampa e l'affissione costano, quindi l'unico passaggio in cui si può risparmiare è la realizzazione. La conseguenza è una campagna fallimentare per alcuni, non eccezionale per altri.

    Ma siamo sicuri che sia davvero necessario un investimento massiccio? Personalmente mi trovo abbastanza d'accordo con la conclusione secondo la quale la parte importante è il comportamento del politico, trattandosi di contesto locale.
    Chi davvero nota questi particolari sono le persone giovani, istruite e/o che si trovano a contatto con il campo comunicativo. All'uomo della strada basta che l'affissione non sia palesemente brutta, il resto secondo me può anche risultare superfluo. Nella misura in cui i concetti alla base della campagna sono "rifaccio le strade" o "diamo case ai giovani di Cagliari" non serve prendere un fotografo internazionale.
    Non conosco poi le tempistiche delle campagne elettorali, ma di norma programmare una campagna molto grande, decidere gli slogan, i materiali e quant'altro richiede un largo anticipo e questo rischia di generare errori neanche troppo piccoli, come l'inserimento di loghi generici e non quello ufficiale della campagna (che decide il partito poco prima, ma il materiale sarebbe pronto mesi prima..), l'uso di slogan "vecchi" e rischiosi oppure l'assenza di slogan di attualità, da preparare necessariamente vicino alle elezioni.

    E' un po' tutto il resto che conta. Ad esempio, come sottolinei, i commenti alla campagna possono dare brillantezza oppure affossare la campagna stessa. Un candidato che parla di outsoucing o uno che ammette di aver fatto tutto da solo non danno una bella impressione, mentre citare esperti di comunicazione o tacere (facendo intendere la stessa cosa, comunque) mi sembrano già risposte meno compromettenti. Altre, migliori, risposte potevano essere "la campagna vuole sottolineare questa tematica".

    Se mi permettere una considerazione finale da sociologo, le tendenze di voto hanno basse variazioni nel corso del tempo, quindi in realtà l'esposizione è un po' fine a se stessa, giusto per dire "eccomi", perché tanto i giochi sono fatti e le elezioni saranno determinate più dalle alleanze tra i partiti che dalle campagne.

    In questa situazione forse si vedono segnali incoraggiati da parte di chi non è candidato sindaco ma vuole comunque farsi vedere, dimostra comunque uno sforzo non necessario e magari una voglia di fare qualcosa. Dopotutto dopo un'esposizione del genere tutti saranno molto più attenti anche a questi "volenterosi" che si sono letteralmente messi in mostra, mettendo in atto, nel bene o nel male, una strategia comunicativa e dovranno rispondere agli elettori con le azioni.

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  10. A mio avviso si possono fare tutte le analisi possibili se una scelta simile sia efficace o meno in un contesto come quello delle elezioni politiche.
    Se è vero, come scritto, che "l'importante è partecipare" è altrettanto vero che nel partecipare ad una competizione sia necessario fare del proprio meglio, sopratutto quando si tratta dell'elezione di un rappresentante a cui affidare le proprie sorti.
    In quest'ottica un cartellone come questo risulta palesemente invisibile, inutile, fuorviante.
    E' vero che la gestione dei una campagna ha i suoi costi ma evitiamo di attribuire gli stessi all'affissione (credo circa un migliaio di euro per 10 cartelloni comunali, tolta la vela) e la stampa (circa 200 euro + iva per 10 stampe).
    Diciamo che con 2000 euro siamo già belli larghi e lungi dalle decine di migliaia di euro.
    Se poi andiamo ad analizzare i contenuti di tale campagna ne potremmo uscire con un bagno di sangue.
    In 2 o 3 secondi chi passa velocemente dovrebbe riuscire ad analizzare una pubblicità simile? Cosa si potrebbe cogliere oltre la headline generica, al colore cupo di sfondo ed alla scritta rossa illeggibile ma inquietante che crea il minimo della leggibilità possibile in un simile contrasto?
    Se è vero che per creare una campagna credile, che rispecchi il candidato, può costare tempo e denaro, è altrettanto vero che spendere soldi inutilmente in questo modo non può fare altre che danneggiare la propria immagine.
    Se poi è vero che chi ha realizzato la campagna è lo "stampatore" beh allora è chiaro. Chi non sa che uno stampatore pur di prendere il lavoro regala la grafica? e questo è il risultato. Ad ogniuno il suo lavoro.

    F.A.

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  11. Gli stampatori hanno una grossa responsabilità sulla deriva che sta prendendo la comunicazione in generale e personalmente tendo ad evitare i fornitori che offrono anche la grafica. Molti basano la loro strategia aziendale sul concetto "tu mi paghi le stampe io ti regalo la grafica". Strategia che alla lunga danneggia per primi gli stampatori stessi.
    Mi pare che però il problema sia più generale ovvero non viene più riconosciuto il lavoro "creativo" come parte integrante e fondamentale di un progetto di comunicazione. Ho da poco letto un progetto molto interessante su un futuro bando per la realizzazione di materiali pubblicitari. Tra le spese previste non figura quella della realizzazione grafica ma solo della stampa...

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  12. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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