lunedì 20 dicembre 2010

Emergenza rifiuti in pubblicità

Ovvero, dateci la nostra razione di immondezza sul quotidiano.

In un periodo storico in cui l'emergenza rifiuti a Napoli conquista le prime pagine dei giornali ci accorgiamo che l'immondezza è invece presente, ogni giorno, in tutte le altre pagine. Ed è un'immondezza che non è costituita da bucce di banana, scatolette vuote o flaconi di detersivo, ma da annunci pubblicitari che si affollano, in formati sempre più piccoli, sulle pagine dei giornali di informazione.
Assistiamo alla deriva sempre più incontrollabile della comunicazione pubblicitaria nei quotidiani sardi (devo verificare anche lo stato "dell'arte" nelle altre regioni).

Ormai le pagine si sono trasformate in cassonetti indifferenziati dove il lavoro dei giornalisti e delle agenzie pubblicitarie nazionali e locali è mortificato dalla miriade di annunci "fai da te".


Annunci pubblicitari orrendi, banali, spesso copiati male e inseriti sulle pagine al grido di vendere, vendere, vendere.

Ormai tendo a sconsigliare ai miei clienti di mettere la loro faccia e la loro reputazione in questi contenitori di spazzatura. La storia, gli ideali, i titolari, gli impiegati , i fornitori dell'azienda, insomma è il brand che si mette in gioco.

Chiunque ama giocare ma lo vuole fare in un parco pulito, sicuro e possibilmente frequentato da bella gente
Chi si divertirebbe in un parco giochi sporco, malsano e infestato da malfattori di ogni risma?

Perché sia chiaro a tutti che una campagna pubblicitaria ben fatta viene sempre svilita da quella male realizzata del vicino di modulo.
Il fatturato del giornale aumenta nel momento in cui tra gli inserzionisti inizia la gara a chi fa meglio e fa di più. 

Un Direttore di un quotidiano regionale che vive di pubblicità dovrebbe considerare questi aspetti, valutare la disaffezione dei pubblicitari e magari chiedersi il perché.

Non si può dare solo la colpa alla crisi, quella c'è e lo sanno tutti, ma anche fare un mea culpa. Volersi accaparrare ogni commessa e soprattutto realizzare annunci pubblicitari direttamente in casa, scavalcando e tagliando fuori le agenzie, gli studi, i liberi professionisti e chiunque faccia seriamente questo lavoro significa distruggere un rapporto di fidelizzazione difficilmente recuperabile.
Pane al pane, vino al vino. Se il quotidiano pretende il pane, il vino, la botte piena e la moglie ubriaca... allora preferisco mangiare e far mangiare i miei clienti da qualche altra parte. 

La politica del dentro tutto purché paghi sta allontanando i pubblicitari dal mondo dell'annuncio su carta stampata. Ed è un distacco doloroso ma inevitabile, il livellamento verso il basso, verso l'improvvisazione, verso l'idea che chiunque può fare tutto ha trasformato la pagina pubblicitaria in un calderone di immagini banali, di testi scorretti, di errori grammaticali, di idee assurde, di annunci dall'impatto visivo mortificante... insomma di immondezza.

Un annuncio pubblicitario ben fatto esalta la pagina, invita alla lettura degli articoli, invoglia all'acquisto e conferisce lo status di prodotto di qualità al quotidiano che lo ospita. 

E poi per piacere... basta copiare. Se proprio dovete farlo, perché vi manca l'esperienza, la creatività, i mezzi... insomma il mestiere, cercate almeno di copiare bene.






1 commento:

  1. D' accordo al cento per cento.
    Mi complimento per la chiarezza e l' immediatezza del messaggio.
    Parole nette e precise per giocare in un parco pulito.

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