lunedì 28 marzo 2011

Ricicliamo idee: siamo Riformatori.

Qualcuno comincerà a sospettare che ce l'ho con lui. Non è così... evidenzio i fatti.

Dopo le affissioni mimetiche (vedi post precedente) lo staff di comunicazione di Massimo Fantola passa alla fase due.
Dal momento che in pochi si sono accorti della fase uno proporrei di chiamarla: fase uno bis.

L'immagine che vi propongo è presa dal sito web www.fantolasindaco.it ma credo che la vedremo presto su altri media. La grafica scelta è fresca, colorata, ma soprattutto RICICLATA!!! 

















Quando si lavora in ambito politico, secondo il mio punto di vista, è giusto rifarsi alla comunicazione del partito di riferimento. Ad esempio come hanno fatto coloro i quali seguono la comunicazione di Massimo Zedda. La grafica è in linea con quella utilizzata in ambito nazionale da sinistra, ecologia e libertà

Utilizzare una campagna già realizzata per un altro politico invece è un buon modo per perdere credibilità. Nel caso la campagna sia stata realizzata da diversi autori, ma non credo, allora parleremmo di plagio.
Sono anche propenso a credere che alcune linee siano state imposte dall'alto ma queste sono questioni che non si possono prendere in considerazione quando si esamina dal punto di vista della comunicazione una campagna elettorale. Quello che conta è il risultato finale.

La prima cosa che mi ha colpito è stato l'uso della figura geometrica colorata contenente la parola SINDACO. Ricorda molto, troppo, da vicino il motivo grafico utilizzato dai grafici di Massimo Zedda.
























Secondo me è uguale... e per chi pensasse che sono maligno propongo nell'immagine successiva la prova "provata" di quanto sostengo (l'elemento fucsia è stato riflesso n.d.r.).














Insomma, pare che quest'anno senza trapezio isoscele o scaleno che sia non si possano vincere le elezioni


Ma all'inizio del mio post parlavo di RICICLAGGIO e sono pronto a dimostrarlo, come al solito, con i fatti.

Vi propongo, confrontata con l'attuale immagine di Massimo Fantola, la sfortunata campagna elettorale di Luigi Crisponi, candidato Presidente della Provincia di Nuoro alle elezioni del 13/14 giugno 2010, e attuale Assessore al Turismo, Artigianato e Commercio della Regione Sardegna.

































I colori e l'impostazione sono quelli, la foto è nello stesso stile, lo sfondo è bianco. Manca il riquadro ma come già detto è una moda di quest'anno.

Per concludere, come diceva Renzo Arbore in una bella pubblicità che risale ai tempi di quando la pubblicità non era ancora morta e Gavino Sanna non produceva ancora il vino: meditate gente, meditate.




ULTIM'ORA
Mi è appena arrivata via mms l'ultima affissione di Massimo Fantola.... che dire? NIENTE!


giovedì 24 marzo 2011

L'incommentabile campagna di Massimo Fantola




Premessa
Volendo semplificare una campagna di comunicazione può creare tre tipi di reazione da parte dell'utente finale:
Reazione positiva: Che bello... lo compro.
Reazione negativa: Che brutto... non lo compro! (A questo punto l'azienda può modificare il prodotto).
- Indifferenza: Cosa? Quale? Chi?












Massimo Fantola, Senatore, professore universitario e leader dei Riformatori Sardi è candidato alla carica di Sindaco per la città di Cagliari.
Sapevo che la sua campagna elettorale era già iniziata con l'affissione di numerosi manifesti sei metri per tre ma non ero ancora riuscito a vederli.

Poi, un giorno, mentre su Cagliari calavano le prime ombre della sera... finalmente ne vedo uno. Inchiodo la macchina su viale Poetto e, incredulo, scendo per scattare alcune foto.

C'ero già passato davanti almeno 20 volte e non l'avevo mai notato. 

Questo manifesto è talmente bravo a mimetizzarsi nel contesto urbano che neanche gli assi del travestimento Stanislao Moulinsky o il suo migliore allievo Bartolomeo Pistolazzi da Pinerolo (i celebri avversari del detective Nick Carter) sarebbero riusciti a fare di meglio.

Nick Carter arresta il finto manifesto














La campagna elettorale di Massimo Fantola, da un punto di vista della comunicazione, semplicemente non esiste. Per questa ragione, visto che non devo insegnare il mestiere a nessuno, mi astengo da qualsiasi analisi.

L'unica cosa positiva, molto positiva, è data dal fatto che il nome del candidato è talmente piccolo, sistemato in un posto talmente sbagliato e con un carattere talmente assurdo da risultare, fortunatamente per lui, illegibile.


E quindi, tornando alla premessa... la campagna di Fantola risulta totalmente indifferente.
Che ci sia o non ci sia per il cittadino poco cambia... quella cosa scura, incollata su dei cartelloni sei metri per tre, per il passante rimarrà una pubblicità di qualche tipo, che pubblicizza qualche cosa di cui sicuramente non importa assolutamente nulla a nessuno.

domenica 20 marzo 2011

Alla carica... di Consigliere Comunale. Claudio Cugusi.

In seguito a una segnalazione su Facebook apprendo che Claudio Cugusi non è candidato alla carica di Sindaco ma a quella di Consigliere Comunale.
Possibile che la sua candidatura non sia esplicitata in nessun modo né sui manifesti 6x3 né sul sito web del candidato?
Se non l'ho capito io che ho analizzato la campagna nel dettaglio che cosa avranno capito i cittadini cagliaritani distratti dagli impegni quotidiani? Ai poster (6x3) l'ardua sentenza.


Claudio Cugusi, giornalista, laureato in giurisprudenza e avvocato, è uno dei candidati al Consiglio Comunale della città di Cagliari. 

Ho notato subito i suoi manifesti sei metri per tre in giro per la città ma non li avevo associati a una campagna elettorale e soprattutto a un candidato. Non è un buon segno.















La grafica scelta è molto fresca e pulita grazie all'uso del bianco che consente un'ottima leggibilità e della banda rossa, contenente il payoff sfondato bianco, che crea un buon contrasto.

Trovo corretto e molto efficace il payoff Claudio Cugusi, un amico in Comune.

La doppia chiave di lettura è, per il mio modo di intendere la comunicazione, il metodo più corretto per lo sviluppo dell'idea comunicativa.
Questo, a mio avviso, sarebbe dovuto essere l'unico slogan da veicolare. La promessa, il cuore della campagna pubblicitaria, è infatti esplicita: se mi voti troverai negli uffici del Comune un amico pronto ad ascoltarti e a dar seguito alle tue ragioni.

Slogan immediato e come già affermato efficace.

Il resto delle informazioni le avrei utilizzate come "supporto alla promessa": siamo amici e te lo dimostro.

Trovo invece fastidioso il tono degli slogan che riassumono il programma politico del candidato consigliere.

L'uso dell'imperativo infatti presuppone arroganza e scarsa propensione al dialogo.

Voglio una città vivibile. Voglio una città giovane. Voglio una città rinnovabile. Ecc 

Fin da piccoli le nostre mamme ci hanno insegnato che l'erba voglio non cresce nemmeno nel giardino del Re... in politica e nella nostra situazione politica (allargata ai confini nazionali) il cittadino auspica invece l'uso del diserbante o, a seconda dei casi, di ingenti quantità di concime naturale. 

Il problema principale, probabilmente sfuggito alla logica della campagna elettorale, potrebbe essere riassunto nella frase: chi è Claudio Cugusi?

La gran parte dei cagliaritani infatti non conosce e non riconosce il candidato al consiglio comunale di Cagliari. Ritengo che proprio in virtù di questo problema Cugusi avrebbe dovuto puntare su una foto in primo piano in modo da ancorare gli slogan e il payoff a un volto riconoscibile.

Lo studio della prossemica ci insegna che la distanza personale è calcolata tra i 45 e i 120 centimetri. E' la distanza delle relazioni tra gli amici.
Se affermo che Claudio Cugusi è un amico allora anche la fotografia deve rispettare questa distanza tra lui e me. Ma come, siamo amici ma tieni le distanze?

L'immagine fotografica utilizzata, ben eseguita da un punto di vista tecnico, non funziona da un punto di vista comunicativo. Troppo piccola e di fatto non riconoscibile nei manifesti 6x3 che, per loro natura e funzione, devono veicolare il messaggio in pochi secondi.
Anche l'immagine presente nel sito web (www.claudiocugusi.it), di fatto un blog, è piccola e poco incisiva.
Insomma... facciamolo vedere questo faccione che tra l'altro, al di sotto dei baffoni neri, ispira fiducia e simpatia.

Le mani in tasca non aiutano di certo l'apertura verso gli altri. Ma attenzione, c'è coerenza e questo è un guaio, tra mani in tasca-chiusura e imperativo-poca elasticità. 

La scelta di non portare la cravatta vuole alludere a un approccio informale alla politica ma dà più l'idea di un compagnone appena uscito da un ricevimento nuziale un po' alticcio che di un aspirante consigliere comunale. 

Infine, l'inquadratura dal basso, oltre a conferire una posizione di privilegio del candidato rispetto all'elettore, deforma la figura regalando al dottor Cugusi piedi enormi e... testa piccola

Mi pare invece già buono l'approccio di Cugusi sui social network, Facebook in particolare.