Un bel giorno di settembre, mentre consumavo una splendida colazione in un bar del porto di Carloforte, alle pagine 10 e 11 dell'Unione Sarda, trovavo con mia grande sorpresa un enorme annuncio di pubblicità istituzionale promosso dalla Regione Sardegna.
La reazione immediata è stata di legittima curiosità e ho cercato di tuffarmi, in attesa dei tuffi più freschi che sarebbero arrivati di lì a poco, nella lettura dell'annuncio.
Dopo poche righe ho desistito prendendo atto dell'impossibilità di procedere con la lettura... per com'è stato realizzato l'annuncio è infatti illegibile.
La seconda reazione è stata quella di constatare che ormai si copia senza vergogna e nel copiare, almeno in Sardegna, non c'è divisione politica. Allora mi sono chiesto, possibile che si utilizzi ancora dopo tanti anni la fortunata impostazione grafica ideata da Gavino Sanna e che ha accompagnato alla vittoria Renato Soru alle elezioni Regionali del 2004?
Mi sembrava veramente troppo... amareggiato chiudevo il giornale e andavo al mare dimenticando l'Unzione Sarda sul tavolino del bar. Nemmeno mezz'ora dopo, nuotando nelle nostre chiare, fresche et dolci acque dove le mie belle membra avevo posato, il gusto dell'amaro (e del caffé) aveva lasciato il posto a quel sapore di sale che Gino Paoli ha reso immortale.
Vengo a sapere in seguito, attreverso articoli postati su Facebook da Sardegna Quotidiano e Sardegna 24 (quei quotidiani sardi che non hanno avuto l'onore di ospitare la comunicazione istituzionale della Sardegna essendo, almeno nel secondo caso, molto vicini a quel noto cattivone di Renato Soru) che questa comunicazione è curata direttamente da Gavino Sanna.
Resto di stucco è un barbatrucco.
Barbagavino con in mano il suo vino.
Quindi non è copiata ma è riciclata e come sappiamo si riciclano, di norma, o la spazzatura o le cose vecchie. Scegliete voi cosa riciclare.
Che beffa per il buon Soru che vede una comunicazione che era stata cucita su misura per lui indossata dal suo accerrimo rivale, perché non ci sono dubbi che questi annunci abbiano una valenza politica che va al di là della pura informazione istituzione-cittadino.
Riassumendo, la stessa impostazione grafica è stata utilizzata per fini differenti da Renato Soru, dall'IRS e da Ugo Capellacci. Se non è riciclaggio questo... a questo punto proporrei un contenitore differenziato in ogni famiglia dove buttare gli annunci pubblicitari che saranno riutilizzabili in una prossima campagna elettorale o istituzionale.
A sinistra gli annunci realizzati per Soru nel 2004 e a destra quelli per la Regione del 2011. Il font e l'impostazione grafica sono uguali. La gabbia del testo, più stretta, negli annunci del 2004 rendeva più agevole la lettura del testo.
Evidenziato in giallo lo spazio tra i margini del foglio e la gabbia di testo.
Prima di analizzare l'annuncio premetto che non mi occuperò dei contenuti in quanto questo tipo di analisi esula dallo scopo di questo blog. Numerosi, esaurienti e più autorevoli articoli che trattano l'argomento sono facilmente reperibili in rete, come al solito analizzerò il contenitore.
La prima impressione è di trovarsi di fronte a un manifesto inserito all'interno di un giornale. Troppo grande tutto.
Il titolo DOMANDE&RISPOSTE comprende tutte e due le pagine da un margine all'altro ed è talmente grande che per leggerlo bene bisogna avere l'accortezza di mettersi a due metri dal giornale aperto, se avete tra le mani una copia leggibile gratuitamente dal barbiere o al bar attenzione perché qualche avventore potrebbe soffiarvelo giudicandolo incustodito.
Con molto stretching e fantasia si risolvono i problemi di leggibilità dell'annuncio.
Il vero problema è che questo annuncio è praticamente illegibile per tre motivi:
1) Il corpo del testo che è troppo grande per consentire un'agevole lettura a distanza ravvicinata.
2) La larghezza della gabbia del testo che costringe gli occhi a un lungo e faticoso percorso da sinistra verso destra e porta a sbagliare riga ogni volta che si va a capo.
3) L'allineamento giustificato che crea un blocco unico senza punti di riferimento laterali.
Nella vastità dell'annuncio si perde anche la possibilità di ricordare i concetti e di capire a fondo il testo.
Questi i problemi, gravi, di leggibilità. Il fatto che a fondo pagina ci sia un numero 1 colorato di rosso ci porta a pensare che questo annuncio sarà riproposto con nuovi interessantissimi contenuti.
Avversari politici rilassatevi, questi annunci non se li legge nessuno.
Tutti ricordano, ma non i promotori di questa campagna, un famosa pubblicità di pennelli Cinghiale.
Un omino si aggirava in bicicletta per le vie di Milano con un enorme pennello a tracolla. Fermato dal vigile si giustificava dicendo che per dipingere una parete grande ci vuole un pennello grande. Il "ghisa" rispondeva che non ci voleva un pennello grande ma un grande pennello.
Ecco, qualcuno alla Regione ha pensato di fare un annuncio grande e non ha incontrato nessun vigile che gli spiegasse che ci voleva un grande annuncio.
Inoltre questa impostazione grafica risente del peso degli anni e manifesta molti problemi che non erano presenti negli annunci realizzati per Soru, fatto facilmente spiegabile dalla "qualità" del grafico che ha realizzato l'esecutivo di stampa (non penserete che Gavino Sanna realizzi gli annunci in prima persona).
La larghezza della gabbia di testo ai tempi di Soru era molto stretta e permetteva di aggirare il problema dovuto alla leggibilità di un testo troppo fitto senza a capi e divisioni in paragrafi (vedi foto in alto).
Bisogna far presente che la disposizione del testo fitto e giustificato è una caratteristica del lavoro di Gavino Sanna ed è molto efficace solo se viene assicurata la leggibilità.
Ricordiamo che gli a capo e la divisione in paragrafi serve appunto a facilitare il processo di lettura e di decodifica del testo. Nulla di tutto questo è presente nell'annuncio preso in esame.
Oggi siamo abituati a un diverso approccio al testo. Internet ha imposto nuovi paradigmi e noi inconsciamente ci siamo abituati a un nuovo tipo di approccio al testo scritto. L'uso di grassetti, link sottolineati, uso di titoli e di sottotitoli sono tutti espedienti che i web master hanno inserito per agevolare la lettura di un testo nel web e trattenere i visitatori nelle proprie pagine.
Ecco perché in testi molto fitti è necessario trovare un punto di pausa o di riferimento per potersi fermare a riflettere e proseguire la lettura senza troppa fatica ed è per lo stesso motivo che se non li troviamo molto raramente, e solo se fortemente motivati, potremo proseguire e approfondire la lettura. Mac Luhan parlava di rimediazione, quel processo mediante il quale ogni nuovo media contiene il media precedente e di cui rappresenta l'evoluzione. Ad esempio il cinema rimedia il teatro, l'auto la carrozza e così via. Oggi abbiamo visto che i vecchi media per sopravvivere devono rimediare i nuovi media ed ecco ad esempio che la televisione acquisisce molti linguaggi tipici del web e li fa suoi. L'uso di bande con le ultime notizie, flash, riquadri durante un notiziario si avvicinano molto alle pagine dei portali di informazione presenti su Internet che propongono tantissime notizie sulla stessa pagina.
Il succo di questo ragionamento è che bisogna adattare la comunicazione ai nuovi paradigmi, se parliamo un linguaggio che non si utilizza più l'unico risultato possibile è quello di non venire capiti.
Inutile sottolineare, come già dimostrato in un precedente post, che la Regione in materia di comunicazione si stia prodigando per gettare al vento risorse economiche che provengono dalle tasche di tutti i sardi.
Ma, direte voi, Gavino Sanna non è una garanzia? Non è il più grande pubblicitario dell'universo come tu, o Lorenzo Saliu, hai più volte sottolineato?
Rispondo affermando che anche i grandi sbagliano e in presenza di questo lavoro possiamo affermare senza tema di essere smentiti che Gavino Sanna ha sbagliato. Siccome errare humanum est, ma perseverare autem diabolicum vedremo se il sequel rivelerà la natura umana o demoniaca dell'illustre pubblicitario.
Diavolo e acqua santa.
Io ho sempre evidenziato come la nostra regione, non solo a livello politico, sia ostaggio dei vecchi saggi che pontificano dall'alto della loro esperienza, esperienza che ha portato ai risultati che vediamo tutti i giorni nei giornali e nei vari media d'informazione, in quella che i più identificano come sostanza maleodorante, di varia consistenza e risultato di un processo di digestione.
Ho sempre sostenuto che gli anziani sono i più resistenti al cambiamento in quanto tendono a guardare quello che hanno fatto rispetto a quello che potrebbero fare. Possiamo fare l'esempio di un trasferimento in un'altra città, magari all'estero, per un settantenne come mio padre sarebbe una tragedia per un quarantenne come me un'opportunità.
Noi abbiamo bisogno di opportunità e viviamo nella tragedia.
Mi sembra molto adatto il testo di una canzone di Jovanotti che si intitola "Quando sarò vecchio" e che riassume, molto meglio di quanto sappia fare io, questo concetto:
Quando sarò vecchio, sarò vecchio
di quelli che nessuno vuole avere intorno
perché ha visto tutto e ha fatto tutto
e non sopporta quelli che ora è il loro turno
Questo per dire che Gavino Sanna classe 1940, non dovendo dimostrare più nulla a nessuno, ha più facilità nel guardare indietro a quanto fatto rispetto a quello che si potrebbe fare.
Ed ecco che riutilizza un format vincente e lo trasforma in un Golem incapace di suscitare emozioni e trasmettere informazioni. Insomma un mostro con le gambe d'argilla senza anima e, purtroppo, senza cervello.
Gavino crea il golem.
La consapevolezza dell'inconsapevolezza che i vertici della Regione hanno sulla comunicazione istituzionale è palesata da questo mostro.
Vale tutto, all'insegna di avanti chi non può. Eppure ci sono delle linee guida molto ben fatte che indicano il come e il perché deve essere fatta la comunicazione istituzionale della Regione Sardegna, linee guida che sono costate in termini di lavoro e di risorse economiche.
Perché non vengono seguite? Perché si ricicla, male, una comunicazione utilizzata per una campagna elettorale di un avversario politico? Perché cambiando l'ordine dei prodotti il fattore è sempre lo stesso?
Queste sono le domande che vorrei fare al Presidente della Regione ma sia chiaro che non mi aspetto delle risposte perché in puro stile Regione Sardegna dovrei cantarmela e suonarmela da solo.