venerdì 30 settembre 2011

Quando un cuore batte in sardo

Nel cielo plumbeo della comunicazione istituzionale sarda, dove i centenari sono testimonial della promozione turistica, può capitare che un fatto del tutto accidentale e non programmato (anche la comunicazione istituzionale sarda non è programmata direte voi) apra un varco tra le nubi gonfie di pioggia. Un varco abbastanza ampio da far filtrare qualche raggio di sole capace di far evaporare i migliaia di euro provenienti dalle tasche di noi sardi e gettati al vento in una pubblicità che non ha prodotto risultati se non quello di aumentare il fatturato dell'agenzia, naturalmente milanese, che l'ha curata.

Grazie a un amico, ho scoperto che a sette ore di aereo dall'Italia c'è un'isola lontana, lontana... l'isola di Sal. Un'isola dove la gente ha poco, molto poco in confronto al nostro stile di vita anche ai tempi della crisi, ma a cui non manca mai il sorriso e dove è facile sentirsi dire <<manera, no stress... sei a Capo Verde>> il che vuol dire <<ciao amico, i tuoi problemi lasciateli alle spalle ora sei tra amici>> (poi scoprono che sei italiano e ti dicono <<Italiano, Berlusconi>> e giù a ridere).


Tra i testimonial di queste isole sperdute nell'oceano atlantico c'è Mitu Monteiro un ragazzo che un bel giorno è diventato campione del mondo di kite, un campione autentico che porta in giro per il mondo la sua bandiera e con essa tutta una Nazione.


Oggi Sal è una delle mete più frequentate dai surfisti che da tutto il mondo accorrono per navigare in quelle acque meravigliose ma che non reggono di certo il confronto con un mare che conosciamo bene, il nostro.
Dicevamo di Mitu, se andate a Sal lo troverete nella sua scuola sulla spiaggia di casa a far lezione ai principianti senza mai perdere la pazienza e ancor meno il sorriso.
Tra questi principianti c'era questo ragazzino talentuoso, un certo Airton, che ho spesso incontrato nelle mie uscite in un'altra isola, la Sardegna.

Perché il diciasettenne Airton Cozzolino Lopes è un sardo d'adozione. Il suo legame con la nostra isola è talmente forte da farlo sentire più sardo di chi in Sardegna ci è nato e magari, dopo tre mesi a Milano, ha già preso l'accento meneghino e quando torna a casa parla di "orgoglio sardo" ( a mio avviso è la locuzione più stupida mai inventata e che implica sempre delle solenni fregature).

Dicevamo di un Airton talmente sardo che nel suo profilo di Facebook come città natale ha inserito Chia. Questo ragazzino senza chiedere niente a nessuno, senza pretese e forse anche senza volerlo ci ha fatto un regalo enorme.

Airton Cozzolino Lopes.




















Nella tappa della coppa del mondo di kitesurf che si è svolta alle isole Mauritius, da debuttante, si è conquistato un posto nella finalissima e si è trovato contro il suo grande maestro Mitu Monteiro.

Spesso capita nei sogni, più raramente nella realtà, che l'allievo superi il maestro alla sua prima gara internazionale ma così è stato. Ed ecco Airton vincere la prima gara in quel campionato mondiale che fino a ieri per lui era appunto solo un bel sogno.

Ma il potenziale comunicativo di questo ragazzo lo abbiamo visto nello streaming delle premiazioni quando, tra la bandiera brasiliana del terzo classificato e quella capoverdiana del secondo, come per magia è apparsa la bandiera con i quattro mori. 

Io mi sono emozionato e ti ringrazio Airton, capoverdiano con un cuore tutto sardo.

La premiazione.


















L'articolo dedicato alla vittoria.

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