Fresco di presentazione il nuovo marchio del partito Futuro e Libertà il cui leader è Gianfranco Fini.
Quella che sto per fare, sia chiaro, non è un'analisi da un punto di vista politico ma puramente comunicativo sul nuovo marchio. I giudizi quindi non si fondano minimamente sulle mie idee politiche.
Lo scenario politico italiano è caratterizzato da una serie di marchi di una bruttezza imbarazzante associati a nomi altrettanto orribili e banali.
Eppure l'Italia poteva vantare dei marchi politici bellissimi. Mi riferisco a quelli della DC, del PSI, del PCI, Partito Radicale, MSI... chi ha operato i restyling, nella stragrande maggioranza dei casi, ha cambiato in peggio.
Bei marchi di una volta...
A destare dal torpore gli spenti comunicatori dei partiti sono state le ultime elezioni americane che grazie ai soliti effetti speciali hanno convinto molti a rinfrescare i loro marchi. Ed ecco spuntare adattamenti di marchi in stile web 2.0. Quindi marchi già scarsi in partenza "webbizzati" sono diventati ancora più brutti e, come aggravante, illegibili.
L'Italia dei Valori vanta uno dei marchi più brutti in assoluto. Il marchio è costituito da un gabbiamo sfigatissimo che vola al di sopra della scritta Di Pietro. Questa presenta, chissà perché, il puntino della "i" colorato di rosso! La prima regola che insegnano nelle scuole di grafica è che qualunque elemento si trovi all'interno di un marchio deve avere un senso... io il pallino rosso lo identifico come l'escremento del gabbiano che, essendo di tutti i colori dell'iride, probabilmente fa la cacca colorata.
Altro orrore grafico ci è fornito dal marchio del Movimento a 5 stelle di Beppe Grillo. Il segno che rappresenta la lettera "V" è uno dei più brutti mai rappresentati da quando i primi uomini cominciarono a incidere le pareti delle caverne.
Il marchio dell'UDC è un po' meglio, a scuola si sarebbe detto <<il ragazzo si applica ma non riesce>>. Infatti è stato preso un marchio perfetto come quello della Democrazia Cristiana, lo si è rimpicciolito in modo da renderlo illegibile e sono aggiunti al di sotto degli elementi sfumati che potrebbero sembrare qualsiasi cosa e che se non ci fossero non cambierebbe nulla... anzi.
Brutti marchi di oggi...
Uno dei marchi più "giusti" da un punto di vista grafico e più belli da un punto di vista soggettivo è quello del PD. Unica nota stonata il piccolo ramoscello di ulivo che ancora resiste tra la parola "Partito" e la parola "Democratico". Nelle riduzioni il segno grafico da l'idea di una mano in un'ultima disperata richiesta di aiuto prima di essere inghiottito dalle sabbie mobili. Appena cadranno le poche foglie sarà addirittura perfetto.
Per par condicio cito anche il Popolo della Libertà, il marchio è ben fatto... l'unico problema è legato al cognome del leader. Berlusconi infatti è troppo lungo e crea problemi in qualsiasi modo lo si voglia inserire.
Quella che sto per fare, sia chiaro, non è un'analisi da un punto di vista politico ma puramente comunicativo sul nuovo marchio. I giudizi quindi non si fondano minimamente sulle mie idee politiche.
Lo scenario politico italiano è caratterizzato da una serie di marchi di una bruttezza imbarazzante associati a nomi altrettanto orribili e banali.
Eppure l'Italia poteva vantare dei marchi politici bellissimi. Mi riferisco a quelli della DC, del PSI, del PCI, Partito Radicale, MSI... chi ha operato i restyling, nella stragrande maggioranza dei casi, ha cambiato in peggio.
A destare dal torpore gli spenti comunicatori dei partiti sono state le ultime elezioni americane che grazie ai soliti effetti speciali hanno convinto molti a rinfrescare i loro marchi. Ed ecco spuntare adattamenti di marchi in stile web 2.0. Quindi marchi già scarsi in partenza "webbizzati" sono diventati ancora più brutti e, come aggravante, illegibili.
L'Italia dei Valori vanta uno dei marchi più brutti in assoluto. Il marchio è costituito da un gabbiamo sfigatissimo che vola al di sopra della scritta Di Pietro. Questa presenta, chissà perché, il puntino della "i" colorato di rosso! La prima regola che insegnano nelle scuole di grafica è che qualunque elemento si trovi all'interno di un marchio deve avere un senso... io il pallino rosso lo identifico come l'escremento del gabbiano che, essendo di tutti i colori dell'iride, probabilmente fa la cacca colorata.
Altro orrore grafico ci è fornito dal marchio del Movimento a 5 stelle di Beppe Grillo. Il segno che rappresenta la lettera "V" è uno dei più brutti mai rappresentati da quando i primi uomini cominciarono a incidere le pareti delle caverne.
Il marchio dell'UDC è un po' meglio, a scuola si sarebbe detto <<il ragazzo si applica ma non riesce>>. Infatti è stato preso un marchio perfetto come quello della Democrazia Cristiana, lo si è rimpicciolito in modo da renderlo illegibile e sono aggiunti al di sotto degli elementi sfumati che potrebbero sembrare qualsiasi cosa e che se non ci fossero non cambierebbe nulla... anzi.
Brutti marchi di oggi...
Uno dei marchi più "giusti" da un punto di vista grafico e più belli da un punto di vista soggettivo è quello del PD. Unica nota stonata il piccolo ramoscello di ulivo che ancora resiste tra la parola "Partito" e la parola "Democratico". Nelle riduzioni il segno grafico da l'idea di una mano in un'ultima disperata richiesta di aiuto prima di essere inghiottito dalle sabbie mobili. Appena cadranno le poche foglie sarà addirittura perfetto.
Per par condicio cito anche il Popolo della Libertà, il marchio è ben fatto... l'unico problema è legato al cognome del leader. Berlusconi infatti è troppo lungo e crea problemi in qualsiasi modo lo si voglia inserire.
Bei marchi di oggi...
Ma veniamo al marchio "Fini - futuro e libertà". Il marchio è composto da una sfera attraversata da una curva che la divide in due. La parte superiore di colore azzurro contiene il nome FINI. La parte inferiore di colore verde sfumato, sfalsata rispetto a quella superiore, contiene il nome del Partito "Futuro e Libertà".
L'elemento più leggibile è il nome FINI il che ci comunica che il partito si identifica nel Presidente della Camera dei Deputati. Il nome del partito risulta poco leggibile e si perde nello sfondo sfumato verde. La promessa racchiusa nel nome, "futuro e libertà" non viene mantenuta dall'impostazione grafica. Risulta infatti troppo compressa all'interno di una semisfera chiusa su cui incombe, minaccioso, il nome FINI. Quest'ultimo nome invece spicca bene nello sfondo azzurro ed è di notevole impatto (i nomi corti, graficamente parlando, funzionano infatti meglio di quelli troppo lunghi, vedi Berlusconi).
Nel semicerchio inferiore è inglobato il tricolore italiano. Questa, secondo il mio parere, è la miglior trovata del marchio. Il tricolore incontra l'azzurro e prosegue idealmente per tutta la circonferenza del marchio.
Non capisco e non apprezzo la parte del semicerchio inferiore che sporge rispetto al bordo ideale del cerchio. Trovata puramente grafica che però non è supportata da nessun ragionamento formale. Lo definirei un vezzo grafico, forse l'idea era quella di suggerire "movimento" ma direi che l'operazione non è riuscita.
In definitiva, benché all'occhio del profano posso sembrare accattivante, da un punto di vista tecnico e a una lettura più approfondita dei segni il lavoro poteva essere realizzato meglio.
L'elemento veramente banale è il nome del partito... "Futuro e Libertà". La parola "libertà" tanto abusata in politica è un diritto costituzionale dal momento che la sovranità appartiene al popolo. Perché sbandierare come valore un diritto già acquisito? Il "futuro" è invece prerogativa dei viventi e riguarda tutti noi ma non vedo perché un partito debba ribadire un concetto così scontato.
Ma veniamo al marchio "Fini - futuro e libertà". Il marchio è composto da una sfera attraversata da una curva che la divide in due. La parte superiore di colore azzurro contiene il nome FINI. La parte inferiore di colore verde sfumato, sfalsata rispetto a quella superiore, contiene il nome del Partito "Futuro e Libertà".
L'elemento più leggibile è il nome FINI il che ci comunica che il partito si identifica nel Presidente della Camera dei Deputati. Il nome del partito risulta poco leggibile e si perde nello sfondo sfumato verde. La promessa racchiusa nel nome, "futuro e libertà" non viene mantenuta dall'impostazione grafica. Risulta infatti troppo compressa all'interno di una semisfera chiusa su cui incombe, minaccioso, il nome FINI. Quest'ultimo nome invece spicca bene nello sfondo azzurro ed è di notevole impatto (i nomi corti, graficamente parlando, funzionano infatti meglio di quelli troppo lunghi, vedi Berlusconi).
Nel semicerchio inferiore è inglobato il tricolore italiano. Questa, secondo il mio parere, è la miglior trovata del marchio. Il tricolore incontra l'azzurro e prosegue idealmente per tutta la circonferenza del marchio.
Non capisco e non apprezzo la parte del semicerchio inferiore che sporge rispetto al bordo ideale del cerchio. Trovata puramente grafica che però non è supportata da nessun ragionamento formale. Lo definirei un vezzo grafico, forse l'idea era quella di suggerire "movimento" ma direi che l'operazione non è riuscita.
In definitiva, benché all'occhio del profano posso sembrare accattivante, da un punto di vista tecnico e a una lettura più approfondita dei segni il lavoro poteva essere realizzato meglio.
L'elemento veramente banale è il nome del partito... "Futuro e Libertà". La parola "libertà" tanto abusata in politica è un diritto costituzionale dal momento che la sovranità appartiene al popolo. Perché sbandierare come valore un diritto già acquisito? Il "futuro" è invece prerogativa dei viventi e riguarda tutti noi ma non vedo perché un partito debba ribadire un concetto così scontato.
La parola "libertà" evidentemente è molto di moda nei maggiori partiti politici. Esiste infatti il "Popolo della Libertà" del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e "Sinistra, Ecologia e Libertà" di Nicky Vendola. Mi aspetto a breve, vista la banalità delle scelte nei nomi di partito, un bel "destra, sviluppo e benessere" o un sempre attuale "centro, solidarietà e diritti". Nel caso chiamatemi per realizzare il marchio ho sempre qualche brutta idea da rivendere
Vorrei leggere i commenti di Elio e Giordana
RispondiEliminaGioca sul fatto che saranno chiamati Futuristi, cosa che richiama Marinetti & c. Questo è intelligente, ammettilo... fotte pure il PD, che a suo tempo era solo progressista... solo che porta sfiga!
RispondiEliminasupreme
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