Le recenti primarie del centrosinistra in Sardegna obbligano chi si occupa di comunicazione a una riflessione sul risultato scaturito dalle urne. Riflessione non di ordine politico ma comunicativo.
Le elezioni nella città di Cagliari hanno dichiarato vincitore, e quindi candidato alla poltrona di Sindaco, Massimo Zedda esponente di Sinistra Ecologia e Libertà (classe 1976). Risultato clamoroso dal momento che veniva data per scontata la vittoria a mani basse del candidato del Partito Democratico Antonello Cabras (classe 1949).
Quello che mi ha colpito maggiormente non è stato tanto la vittoria di Zedda, poi spiegheremo perché, ma l'atteggiamento degli sconfitti.
I dirigenti del partito incapaci di analizzare in maniera lucida la batosta subita, anche perché come vedremo non ne conoscono i mezzi, cercano di riversare il fallimento delle loro scelte sbagliate sui soliti elettori che, a quanto pare, hanno premiato con l'astensione i candidati meno validi!
Un simile approccio dimostra l'inadeguatezza di una classe politica che non solo ha fatto il suo tempo ma è addirittura fuori dal tempo.
Il mondo è cambiato e chi non ha partecipato al cambiamento disconferma i nuovi linguaggi in quanto non li conosce e riconosce.
Oggi il mondo del marketing è orientato verso un approccio di incontro con il cliente che vuole avere un rapporto paritario con il prodotto-servizio proposto. Un approccio al marketing definito peer-to-peer. Chi vende deve privilegiare l'ascolto. Ma l'ascolto deve essere inserito in un contesto di comunicazione che suggerisca emozioni, favorisca la formazione spontanea di gruppi e che dia informazioni che possano essere condivise. Il cliente diventa quindi il primo veicolo pubblicitario per quel determinato prodotto o servizio.
Lo stesso processo deve avvenire nella comunicazione politica, la gente è stufa di ascoltare promesse o di venire vessata dai soliti amici che ci chiedono gentilmente di votare il loro candidato puntualmente persona "onesta e rispettabilissima".
Le persone oggi vogliono fare domande ben precise e pretendono risposte coerenti e immediate. La morte (da un punto di vista della comunicazione non dell'Auditel) delle trasmissioni televisive dedicate al dibattito politico (che non c'è infatti si privilegia lo scontro) è dovuta proprio alla mancanza di risposte coerenti. Si chiede al politico come mai il Governo ha optato tale legge e il politico risponderà che il Governo ha fatto molto per il paese. Insomma mai nessuna risposta puntando su una manifesto uso della discomunicazione. Trucchi appresi dai politici stessi nei corsi che intraprendono proprio allo scopo di deviare le domande più imbarazzanti. Naturalmente c'è chi lo fa meglio e chi invece è più sprovveduto.
Per chi ha voglia di capire meglio questo passaggio consiglio la visione di questo video su You Tube. Vittoria Brambilla sbugiardata in diretta su dati fasulli da lei proposti circa la disoccupazione in Sardegna devia l'argomento parlando del problema (!) cani randagi in Sardegna (vedi minuto 1'.04"). Uso evidente e goffo della fallacia del manichino ossia evitare una domanda a cui non si vuole o non si sa rispondere parlando d'altro.
La vittoria di Massimo Zedda non è dettata dall'astensionismo, i suoi elettori infatti sono andati alle urne. Gli sconfitti dovrebbero chiedersi come mai i loro sostenitori, se ci sono, non hanno votato.
La vittoria è nata, oltre che dall'attività politica di Massimo Zedda, anche da una buona campagna di comunicazione.
Le linee principali si sono espresse attraverso la definizione dell'idea comunicativa poi declinata attraverso i media tradizionali, Facebook e il sito web.
Facebook
Ormai anche i muri sanno che il social network Facebook è un potente strumento di condivisione e di aggregazione. Naturalmente deve essere gestito e seguito da professionisti e non dal solito amico smanettone.
Su Facebook un errore si paga con la cancellazione definitiva dai contatti e con la perdita immediata di consenso. Massimo Zedda oggi (3 febbraio 2011) ha su Facebook 3.139 amici, alle primarie si è imposto con 2.600 voti.
Molti politici non sanno neppure come si usa un social network. Antonello Cabras non ha un profilo su Facebook chiudendo quindi le porte a una grossa fascia di elettorato che ogni giorno agisce direttamente sul portale.
Inoltre Facebook esplicita il discorso fatto precedentemente a proposito del marketing, privilegia l'ascolto e premette risposte ponderate e non emozionali.
Mi scrivono, penso, elaboro e in ogni caso rispondo.
Sito web
Il sito web di Massimo Zedda è gestito da professionisti ed è fatto veramente bene, comunica le informazioni essenziali e non veicola contenuti inutili.
Aprendo il sito www.massimozedda.it in maniera immediata possiamo:
1) Leggere il ringraziamento agli elettori (sembra scontato ma non tutti lo fanno).
2) Farci una rapida idea del programma grazie alle immagini e gli slogan a rotazione.
3) Navigare facilmente grazie ai menù chiari ed essenziali.
4) Conoscere la campagna elettorale riassunta nella parte inferiore del sito e divisa per argomenti con materiali promozionali da scaricare e da condividere.
Il sito web di Antonello Cabras non è gestito da professionisti della comunicazione. L'impostazione grafica è stanca, banale, di una tristezza infinita.
La pagina non comunica nulla di interessante o di coinvolgente. A oggi l'ultimo aggiornamento è del 25 gennaio. Non una parola sulle elezioni, nemmeno un ringraziamento a coloro che comunque gli hanno accordato la preferenza.
Collegandoci al sito www.antonellocabras.it in maniera immediata apprendiamo:
1) Che non attribuisce valore al web, è quindi "fuori dal tempo".
2) Che non ha un programma politico da evidenziare.
3) Che ha pochi sostenitori (la sezione "le vostre idee" è desolatamente vuota).
4) Che non ha materiali promozionali propri. Gli unici file scaricabili rimandano al sito del PD.
Risulta chiaro che Antonello Cabras ha impostato la propria azione di comunicazione elettorale unicamente facendo leva sul proprio prestigio personale. Ma, come le primarie hanno ribadito, nel mondo del web 2.0 questo approccio non è sufficiente.
Campagna elettorale
Per quanto riguarda la campagna elettorale, non avendo visto nulla che riguardi Antonello Cabras mi limiterò all'analisi dei materiali proposti da Massimo Zedda.
La campagna è ispirata, da un punto di vista grafico e coerentemente a quella del partito di appartenza, a quella di Sinistra Ecologia e libertà.
Qui l'immagine di Massimo Zedda mostra le prime crepe.
Foto del candidato: L'immagine è priva di contrasto e di forza espressiva. Il soggetto non guarda direttamente in camera (e quindi negli occhi gli elettori), sembra distratto e poco interessato a supportare con forza lo slogan proposto.
Anche il taglio sembra indicare una persona che si nasconde o comunque poco sicura delle proprie scelte.
Trovo invece brutti sia lo slogan ora tocca a chi ha più energie sia il payoff ora tocca a noi con Massimo Zedda.
A parte gli evidenti assist a battute a doppio senso è proprio la costruzione della frase a essere debole. In particolare, in un contesto sardo, la parola tocca è particolarmente sgradevole in quanto usata come intercalare dialettale.
L'idea dell'uomo nuovo e delle nuove energie è molto buona ed accattivante, lo sviluppo dell'idea è risultato però poco incisivo se non addirittura fastidioso.
Dello stesso tenore le declinazioni della campagna con il programma di governo. Gli argomenti sono sempre i soliti e vengono proposti in maniera abbastanza banale "più case", "più lavoro", "più università"... senza un approfondimento semantico che risulti più interessante ed emozionale. L'impostazione grafica è invece efficace.
Concludendo si può affermare che a fronte di argomentazioni non proprio convincenti l'uso dei nuovi media è vincente e potremmo dar ragione a McLuhan quando affermava che il mezzo è il messaggio.
Per quanto riguarda gli sconfitti li invito, se mai leggeranno queste righe, a riflettere sul fatto che anche l'assenza della comunicazione è a sua volta comunicazione i cui effetti, prevedibili, sono riassunti in una sola parola: nulla.
Lorenzo, complimenti per questa lucidissima analisi che hai fatto.
RispondiEliminaLa penso alla stessa maniera sulla campagna di Zedda, ovvero che il suo successo sai stato portare gente alle urne e non tanto convincerli, perché da quel lato la campagna è stata un po' debole.
Non ti do ragione però sul sito perché condivido il fatto che sia fresco, social, e aggiornato ma credo sia un po' troppo caotico nella homepage, con elementi che si sarebbero potuti sposare meglio :-)
Luigi