domenica 29 maggio 2011

Ricomincio da tre.

Il titolo del post non allude al famoso film di Massimo Troisi ma alla situazione che si è creata nella comunicazione elettorale del centrodestra. Evidentemente legato alle tradizioni e fedele al famoso detto chi fa da se fa per tre, Massimo Fantola ricomincia da capo la propria campagna elettorale. Ma andiamo con ordine.

Come tutti sanno il centrodestra, timonato dallo skipper della North Sails Massimo Fantola, non solo non ha stravinto le elezioni per le comunali di Cagliari ma non le ha neppure vinte.


Lo skipper Massimo Fantola commenta il risultato delle elezioni.

















Eppure a giudicare dall'allegra campagna elettorale tutta tarallucci e vino la vittoria doveva essere data per certa.

Si va al ballottaggio con Massimo Zedda e il centrosinistra in leggero vantaggio.

Che fare? Continuare a navigare sulle acque insidiose ricche di scogli e bassi fondali o cercare il vento in zone più favorevoli? Risposta facile, bisogna cambiare rotta per l'ennesima volta, la terza.

Perché per la terza volta la comunicazione di Massimo Fantola cambia e cambia in modo radicale. La mancanza di una strategia di comunicazione si palesa in queste virate che, se fossimo su una deriva, si concluderebbero ogni volta con una botta in testa del boma che cambia mura e con una bella scuffia. Chi non è velista avrà capito poco ma apparirà chiaro anche a voi che stiamo parlando di un disastro.
Chi ha seguito le imprese di Luna Rossa ricorderà che l'equipaggio di una barca è composto da diverse figure: il timoniere, il tattico, il randista, il navigatore, il prodiere e via dicendo; ogni figura assolve il proprio compito con il massimo dell'impegno e con la certezza della sua professionalità.

E Luna Rossa vinceva le regate, perdeva quando nella barca avversaria altri professionisti svolgevano meglio di loro il proprio compito.

Ma allora, cosa è successo nell'imbarcazione di Fantola? Semplice. Al posto del tattico hanno messo uno che diceva di essere tattico, a quello del randista uno di cui avevano detto che forse era un randista. Insomma a chiacchiere tutti possono affermare di essere come Paul Cayard ma poi dimostrarlo sul campo di regata risulta molto più difficile.
In questo senso l'armatore ha una grave responsabilità perché è lui che sceglie e risponde delle azioni del proprio equipaggio. Dal momento che non siamo sul Pequod, dove per spazzare un ponte risulta utile anche la cosidetta schiuma dei mari reclutata nei peggiori bar di Nantucket, la selezione va fatta con attenzione altrimenti anche le sardine rischiano di fare più danni di Moby Dick.


Massimo Fantola e la sua ciurma.

















Ecco perché per la terza volta la comunicazione di Fantola cambia. Ma non di poco cari signori, radicalmente. Quasi tutto da buttare nell'indifferenziata, qualcosa da riciclare ma in sostanza una netta bocciatura.










In ogni caso i cittadini si erano già accorti che la campagna faceva acqua da tutte le parti, pare che anche Abbanoa abbia notificato una bolletta milionaria per lo spreco del prezioso liquido.
Quanto ci mancheranno quei bei video con Massimo Fantola che arringa i cagliaritani con in sottofondo le musiche più famose e sputtanate della cinematografia hollywoodiana: Gladiatore e Pirati dei Caraibi ad esempio.

Ma adesso tranquilli, pare* che sia arrivato un nuovo equipaggio capace di riprendere la rotta e navigare con il vento in poppa. Ecco che dal nord arrivano i veri velisti... ops creativi, quelli bravi, quelli che strano a dirsi, si fanno pagare, quelli che incredibilmente vengono pagati, insomma quelli che in Sardegna, a quanto pare, mancano.

*Voci non confermate ma spero che qualcuno sappia darmi informazioni più precise.

E cosa fanno questi creativi? Fanno esattamente quello che stiamo ribadendo ormai da mesi: le cose per bene o almeno ci provano.

La piega da supergiovane di Fantola è stata spazzata via con la stessa violenza di una raffica a 40 nodi su una randa non terzarolata.
Tutta la sua campagna si basava sul concetto del supergiovane, sulla vitalità del giovane tra i giovani, la campagna del candidato fucsia, del giubbino della North, della foto che non si cambia mai, sempre presente in ogni supporto di comunicazione e ogni volta sempre sbagliata: nello scatto, nelle luci, nel fotoritocco, nello stile del candidato.

A me ricordava il famoso Jolly Joker delle carte Modiano che ti sorride quando aspettavi la carta giusta per la chiusura nell'ultima giro della pinella di ferragosto.


Confronto.
















E la foto di Fantola era veramente pessima sia da un punto di vista tecnico che da un punto di vista emozionale. Ho sempre sostenuto che un qualsiasi cittadino debba presentarsi al pubblico con il suo abito migliore. Non andiamo a un colloquio di lavoro per un posto di manager con il giubbottino North Sails e non sei figo se ci vai lo stesso ma ben che ti vada ti prenderanno per il cazzeri che fa cose e vede gente.
Se partiamo dal presupposto che la campagna elettorale è la presentazione del proprio curriculum, la poltrona di Sindaco il posto di lavoro offerto, il cittadino è il datore di lavoro che boccia o premia tramite il voto, allora la foto da allegare al curriculum diventa fondamentale per fare la classica buona impressione.
Se poi alla foto uniamo una bella frase ad effetto, che racchiuda e presenti in modo sintetico il candidato, ecco qui che confezioniamo al meglio i primi elementi di bella campagna elettorale che potrebbe essere vincente. Ricordiamo che anche una bella campagna elettorale perdente, se relizzata in maniera impeccabile, premierà comunque lo sconfitto che si sarà presentato agli elettori con il vestito buono delle grandi occasioni.

Non bisogna essere dei Guru della comunicazione per conoscere queste semplici regole, e nessuna di queste è stata presa in considerazione. Tutto è stato fatto con tanta buona volontà (bisogna riconoscerlo) ma senza un briciolo di quello che serve davvero: la capacità. E a farne le spese è sempre il solito Massimo Fantola che si trova a dover dire per la terza volta: ricominciamooooooo!


Adriano Pappalardo intona per Fantola il suo: ricominciamoooooo.








Ma che il vento sia cambiato si evince anche da alcuni avvenimenti di cronaca che hanno funestato il clima elettorale. Clima fino ad oggi da convento delle orsoline. Io stesso avevo fatto notare come questa campagna elettorale mancasse di duelli di spada e di fioretto. Ognuno coltivava (male) il suo orticello sperando che qualche pioggia e la primavera facessero sbocciare le proprie rose.

Ma guarda caso dopo il cambio di immagine è cambiato anche il clima politico. Nel quartier generale di Fantola in via Sonnino a Cagliari viene recapitata una misteriosissima lettera contenente un proiettile già esploso e che intima il candidato del centrodestra ad abbandonare la competizione elettorale
 Preoccupato del fatto che la fonte del messaggio potesse rimanere ignota, l'autore della missiva si preoccupa di aggiungere al segno della falce e del martello un ritratto di Stalin che gioca a briscola con Marx e il disegno di un cinese che mangia un bambino. Semi cancellato, ma ancora visibile, uno schizzo mal riuscito che raffigura un cinese che concima i campi con i bambini.
Oltre a condannare come fanno tutti in maniera pinocchiesca l'esecrabile gesto, vorrei sottolineare il senso civico dell'ignoto autore che, conscio del valore del riciclaggio, ha imbustato un proiettile già esploso.
Allego un pacato commento apparso sulla bacheca di Massimo Zedda con la reazione all'insano gesto. L'autrice, che pare sia una nota collezionista di errori di ortografia, ha già individuato il colpevole e lo manifesta con un garbato intervento. Nella sua sintetica e lucida analisi si paventa nel caso di vittoria del centrosinistra il commissariamento del comune di Cagliari.
























Ma torniamo alla parte che ci interessa di più, la nuova immagine di Massimo Fantola.



La nuova immagine di Massimo Fantola.























La prima volta che l'ho vista, annuncio a pagina intera su L' Unione Sarda, ho subito apprezzato la fotografia che è veramente efficace, finalmente uno scatto professionale.
Anche l'abbigliamento è cambiato, via il giubbotto da marinaretto e vai di camicia bianca e giacca scura.
Vogliamo essere informali? Eliminiamo la cravatta ma teniamo la giacca. Ed ecco che, magicamente, un candidato incredibile che si trasforma in candidato credibile. La grafica è molto ordinata e pulita e rispetta un ordine di lettura.

Quindi va tutto bene? I nuovi comunicatori hanno fatto centro? Aspettate a dirlo, la campagna ha infatti tre punti deboli: taglio della foto, slogan e uso del lettering.
Sicuramente i tempi strettissimi non hanno permesso, per dirla in termini velistici, di trimmare meglio l'annuncio e di elaborare, soprattutto a livello di slogan, qualcosa di più ricco di contenuti.

Lo slogan è infatti di una banalità disarmante in tutte e due le declinazioni che fino ad ora ho visto: la forza dell'esperienza e la forza della concretezza. Tra l'altro l'uso "della forza" era già stato adottato per la campagna elettorale di Claudia Zuncheddu, quindi oltre che banale è pure scopiazzato.



La campagna elettorale di Cludia Zuncheddu.
























Per capire meglio cosa intendo per slogan banale bisogna fare un giochino. Provate a inserire lo stesso slogan nei manifesti degli altri candidati. Se cambiando l'ordine dei fattori il prodotto non cambia allora stiamo facendo matematica e non pubblicità.









Slogan di questo tipo vanno bene affiancati a qualsiasi candidato. Di destra, di centro o di sinistra. Non raccontano e non emozionano.

Ma attenzione, questo slogan anche se non ci emoziona ci comunica una cosa ben precisa: fino ad oggi abbiamo sbagliato il messaggio.

Dove prima si sbandieravano giovani, giovanissimi e falsi giovani oggi ci viene comunicato che i valori che contano sono l'esperienza e la concretezza: valori più in linea con il vissuto e l'età del personaggio. Quanta distanza dal messaggio di un Fantola giovane tra i giovani.

Ma dicevamo del taglio sbagliato della fotografia. Come già argomentato rispetto alla comunicazione di Massimo Zedda, notiamo una certa tendenza a nascondere il candidato. Anche in questa foto Massimo Fantola sembra apparire quasi all'improvviso da dietro un'immaginaria quinta. Il taglio è dettato da problemi di spazio in quanto nel manifesto affisso per le vie di Cagliari questo problema non c'è. Quindi va bene così? No, un grafico deve prevedere i problemi di leggibilità prima di impostare il lavoro e non trovarsi costretto ad adattamenti che contraddicono il bisogno di visibilità di un candidato che ha già toppato per due volte la sua comunicazione elettorale.


Versione in orizzontale della nuova immagine.
















Nella versione in verticale lo slogan è sistemato bene solo da un punto di vista teorico. Essendo in linea con gli occhi del candidato, il punto dove si ferma lo sguardo dell'osservatore, risulta immediatamente percepibile. In pratica però, lo spazio esiguo in cui viene inserito crea però confusione e scarsa leggibilità.



Allineamento slogan-occhi.



















Non serve sottolineare il fatto che il principale messaggio veicolato risulta essere il nome FANTOLA che domina la scena in tutti gli adattamenti proposti. Nella versione verticale lo spazio dedicato al nome del candidato e ai marchi dei partiti che lo sostengono risulta eccessivo e otticamente molto pesante. La causa principale è da attribuire al fondo blu scuro che appesantisce l'immagine e tende ad assorbire i marchi.

Ultimo appunto che riguarda l'uso del lettering, un'inezia difficilmente percepibile per i non addetti ai lavori, ma per questo non meno importante.
Nella parola FANTOLA le lettere L ed A hanno il kerning sbagliato. Sono troppo ravvicinate rispetto agli spazi delle altre lettere. Nelle piccole dimensioni non ci si fa quasi caso ma nei poster la differenza è invece evidente.











Concludo con una considerazione sul sito web fantolasindaco.it.
Anche qui è stato fatto un piccolo restyling in linea con la nuova immagine. Devo dire però che quello che lascia sgomenti è l'approsimazione di chi ci ha messo mano. Non voglio discutere di usabilità o di contenuti, sarebbe troppo lungo, ma di cura dell'immagine.













Nel vecchio sito nella parte sinistra del monitor c'era e c'è ancora una veduta del Bastione
di Cagliari e nella parte destra l'immagine di Massimo Fantola. Ebbene la foto del Bastione è rimasta malgrado sia evidentemente una foto di bassissima qualità. Questa foto doveva essere sostituita il primo giorno in cui è stata inserita e invece, inspiegabilmente, è ancora lì a mortificare la pagina e a supportare quell'idea di prodotto artigianale che caratterizza tutto il sito.


























L'aspetto più grave è però quello che riguarda l'inserimento della nuova foto di Fantola e che ha sostituito la vecchia.
Mi chiedo: ma si può presentare al mondo una simile porcheria? Perché rovinare una foto e un sito con la semplice imposizione del solito, schifoso, orribile sfumato? Ci sono mille modi per scontornare un'immagine, voi non ne conoscete nemmeno uno, vergogna.

Vi comunico, cari lettori, che è prematuramente venuto a mancare all'affetto dei suoi utilizzatori, assassinato da mano anonima, il nostro amato Photoshop. Ne danno il triste annuncio tutti i professionisti della fotografia e della comunicazione affranti dopo aver visitato il sito di Massimo Fantola dopo il restyling.

Il coroner ha stabilito che il colpo fatale è stato inflitto mediante arma da fuoco.
Un solo colpo, il bossolo non è mai stato ritrovato.












mercoledì 18 maggio 2011

In quei giorni vota progRes.

Ho deciso di scrivere questo post dopo le elezioni, quindi a giochi fatti, per il semplice motivo che ho ricevuto numerose richieste che mi invitavano all'analisi della comunicazione di ProgRes.
In verità ero molto scettico circa il fatto che valesse o meno la pena di analizzare una campagna elettorale di per se molto povera in termini di contenuti e di materiali prodotti.

Inoltre in un post, in risposta al mio intervento sulla campagna dell'iRS, un anonimo lettore aveva costruito una sua analisi che racchiudeva molte delle mie stesse considerazioni.

Le numerose richieste mi hanno però convinto a esporre il mio punto di vista.

La linea grafica scelta da ProgRes è molto dinamica e fresca. L'immagine di Ornella Demuru è decisamente solare e chiaramente opera di un fotografo professionista.

Gli elementi positivi si esauriscono qui.

Il marchio risulta poco leggibile e, al contrario della locandina, poco attuale. Come qualcuno ha suggerito ricorda un cartello stradale. Mi piacerebbe conoscere le ragioni che hanno portato alla definizione grafica del marchio.
Risulta evidente, nell'immagine che segue, l'elemento che contiene il nome ProgRes e copre l'albero deradicato degli Arborea rimediando il marchio dell'iRS. Cosa rappresenti questo elemento "coprente" è per me un mistero, forse la Carta de Logu? Un lettore  ha definito il marchio "un alberello che si spoglia dietro a un asciugamano".
















In ogni caso il marchio è debole e non si presta alle riduzioni. Le scritte in negativo, in particolare, tendono a mischiarsi con il colore di sfondo risultando illegibili.


Da questa immagine si evince la scarsa leggibilità nelle riduzioni del marchio.

















E poi quel marchio mi ha ricordatoa qualcosa fin dalla prima volta che l'ho visto.
Pensa oggi, ripensa domani, finalmente... l'illuminazione.

Devo ammettere di essere sempre stato attratto dai peggiori film americani degli anni '60/70, per intenderci quelli con ragni giganti, invasori spaziali e super eroi in improbabili calzamaglie. In questo senso non potevo che apprezzare Adam West, il Batman in quella che è stata definita la serie più trash di tutti i tempi e andata in onda tra il 1966 e il 1968 negli Stati Uniti e poi riproposta anche in Italia.

Quel marchio mi ricordava quello di Batman utilizzato nella sigla di quella serie indimenticabile. Per dimostrarlo vi offro la batmizzazione del marchio ProgRes.

Nel frattempo ascoltatevi il fantastico theme song della trasmissione.











Ritengo un'aggravante, sia per quanto concerne il marchio sia per quanto concerne la comunicazione elettorale, il fatto che tra le anime del partito figuri Franciscu Sedda, semiologo di fama internazionale, scrittore di successo e Batideologo di ProgRes.



Batsedda e Robineddu pronti a contrastare il male.




















Ma andiamo al succo della campagna elettorale. A proposito di succo, c'è da dire che se parlassimo di spremute le arance sarebbero pochine e poco polpose. Infatti i materiali prodotti sono riducibili al sito web ornellasindaco.net (su cui non c'è granché da dire) e alla locandina. Altro non ho visto.

Tengo a precisare, anche in virtù di alcuni commenti ricevuti nel post precedente, che in ogni caso quando i materiali di comunicazione non vengono visti o trovati facilmente il problema è di chi emette il messaggio non dell'eventuale destinatario che non riesce trovarlo.

Detto questo il vero problema, secondo la mia chiave di lettura, è dato soprattutto dall'ambiguità del messaggio trasmesso dalla locandina elettorale, lo slogan "il vero tesoro di una città sono i suoi abitanti. Sono i cagliaritani" rende ancora più complicata la lettura.



La locandina originale.























L'immagine scelta per presentare Ornella Demuru agli elettori vede una bella ragazza molto felice di essere distesa in un bel prato e baciata dal sole.
La immaginiamo stendersi a terra al termine di una corsa a perdifiato tra i prati, di canzoni stonate urlate al cielo lassù, chi arriva primo a quel muro, non sono sicuro se ti voto davvero, non sono... non sono sicuro.

Lo slogan "il vero tesoro di una città sono i suoi abitanti. Sono i cagliaritani" potrebbe portare a credere che la corsa sfrenata sia stata fatta perché fuggiva con la speranza di essere presa da un rude fidanzato casteddaio poco incline alla cenetta romantica e al lume di candela.



"Ceeee... missione compiuta!"












Dicevamo di questa fanciulla adagiata sull'erba in un'ideale ambientazione bucolica e vi chiedo se vi sembra l'immagine di una donna determinata a guidare una città.
E poi perché la scelta di rappresentarsi in orizzontale? Non vi trasmette l'idea di una "disponibilità" che va al di là del confine istituzionale? Con tutti questi sexy scandali che arrivano dai palazzi del potere sarebbe stato opportuno evitare di veicolare un messaggio così ambiguo.

Nella parte inferiore della locandina troviamo uno slogan o (payoff?) "Marca sa diferéntzia!" e l'invito al voto.

La prima volta che ho visto questa locandina più che a una comunicazione elettorale pensavo di trovarmi di fronte a una pubblicità di prodotti femminili, di quelli che si usano in quei giorni in cui per una donna è pressoché impossibile fare la ruota.



La locandina originale e quella manipolata.
















Vorrei sottolineare come la fotografia utilizzata per il sito web anche se di qualità tecnica inferiore a quella della locandina (mancano i contrasti) è più adeguata a un contesto politico. La presenza di una parte del marchio sfocato sullo sfondo si ricongiunge otticamente all'orecchino (tipico sardo) di Ornella Demuru bilanciando l'immagine.

Orecchino sardo e albero degli Arborea, sorriso fiducioso e determinazione. Questa immagine diceva tutto.


L'home page del sito ornellasindaco.net

















Anche su Facebook, ma vale anche per il sito web ornellasindaco.net, non sembra che la comunicazione di ProgRes sia efficace e puntuale.


La pagine Facebook Ornella Demuru Sindaco.










Ad oggi, 18 maggio ore 14,30, ancora nessun commento circa l'esito delle elezioni. Ritengo che un candidato anche se ha ricevuto una sola preferenza debba in ogni caso ringraziare pubblicamente per la fiducia accordata.